Gorfan - booktrailer -
Alex, Maximilian e l'anziano
antiquario Marcel partono per un viaggio alla ricerca di un oggetto magico e
potente. Scopriranno la forza dell’amore che solo la vera amicizia può donare,
assumendosi ognuno le proprie responsabilità. Un viaggio che li catapulterà in
un altro mondo, diverso e fiabesco, e che insegnerà loro il valore dell'affetto
fraterno. Un’avventura dove tutto può succedere, e dove tutto può tornare
indietro, oltre il confine dell'immaginazione.
In copertina: illustrazione dell’autrice
Autore Elena Maneo© Tutti i diritti riservati
Vietata la riproduzione sotto qualsiasi forma, senza il
permesso
scritto dal titolare del copyright.
Tratto dal libro
La scuola era un edificio un
po’ bizzarro, con grandi finestre ad arco, colorate come l’arcobaleno. Era
situata in St. Ann’s Terrace di Londra, dove si poteva godere della vista del
famoso Saint John’s Wood Church Gardens. Ma anche l’istituto scolastico godeva
del suo giardino, c’erano alcune case intorno, abitate da stravaganti individui
che amavano dormire tutto il giorno, e non sopportavano il chiasso degli
allievi all’uscita della scuola.
All’inizio
dell’anno scolastico Alex vide nuovi insegnanti, nuovi allievi, le bidelle fare
gesti di benvenuto, ma ora, parevano scomparire tutti quanti nel mondo
pittoresco circostante.
Molti avevano
cambiato scuola così all’improvviso da sembrare una magia, e l’unico sostegno
della scuola, che incoraggiava nuove teste e voglia di studiare era Geremia
Spring, l’elettricista. Sempre serio e curvato su sé stesso a pensare a come
costruire una zattera migliore su cui navigare. Ogni tanto Alex faceva compagnia
all’anziano elettricista, ma spesso si sentiva terribilmente solo.
Alex era un
ragazzino di undici anni che amava indossare maglie blu a quadretti rossi. I
capelli biondi e corti, con ciuffetti ribelli sempre appiccicati sulla fronte,
accompagnati da due splendidi occhi azzurri, e il volto scarno e snello come un modello. Indossava l’uniforme della scuola: pantaloni, giacca e cravatta di colore
scuro, anziché i soliti jeans scoloriti, scarpe tipicamente sportive e
naturalmente la vistosa maglietta blu con su scritto SCACCO.
Alex uscì di
scuola (la secondary education) con la testa che gli girava. Sulla destra si
affacciavano edifici uniformi e in strada l’aria era fresca. Svoltato l’angolo
incontrò Maximilian, un ragazzo mingherlino e basso di statura della seconda D.
Portava la sua cartella verde sulle spalle. Le scarpe di tela con i lunghi
lacci neri danzavano sul suolo. Indossava pantaloni eleganti, classici, di un
effetto cangiante, e una maglia di lana fuori stagione, non era ancora inverno
e l’autunno brillava soddisfatto. I capelli castani e corti odoravano di
shampoo.
«Ciao» lo
salutò.
«Ciao Alex.»
«Come ti butta?»
«Così. E tu?»
«Insomma. Ti sei
cambiato i vestiti?»
«Sì, ecco… mi
piace la divisa, ma a volte non mi ci ritrovo dentro. Ho un’idea, sai? Verresti
con me questo pomeriggio? Domani le lezioni finiranno tardi, e posso andarci
oggi.»
Non era proprio
un amico stretto Maximilian, ma lo trovava un ragazzo interessante e
intelligente.
Si erano
conosciuti nei bagni della scuola, e avevano subito stretto amicizia.
«Dove?»
«C’è un negozio
di antiquariato in Baker Street, il proprietario è un certo Marcel.»
«Francese?»
«Credo di sì. Ma
scusa, che importanza vuoi che abbia?»
«Nessuna,
appunto.»
«Mi
accompagneresti?»
«Devo occuparmi
di mia madre, non sta molto bene.»
«Per favore.»
«Ok. Ci vediamo
alle 18.»
«A quell’ora il
negozio chiude. Ti aspetto qui verso le 17, d’accordo?»
«Va bene. A
dopo, ciao.»