PREMIO UNIVERSUM ACADEMY SWITZERLAND 2019, MEDAGLIA DEL CONGRESSO E DIPLOMA PER IL MIO LIBRO "IL RAGAZZO ESILIATO" #accademy #premio #narrativa
La recensione del mio libro "Il ragazzo esiliato" che ha ottenuto il PREMIO SPECIALE al concorso UNIVERSUM ACADEMY SWITZERLAND 2019
https://muatyland.com/2019/05/08/il-ragazzo-esiliato-di-elena-maneo/
Premio Universum Switzerland - Premio Speciale Medaglia della Presidenza Federale per il libro "Il ragazzo esiliato"
Ringrazio una mia amica per questo bel messaggio al mio libro "Il ragazzo esiliato" - youcanprint.it
Il ragazzo esiliato è un volume ricco di colpi di scena. Un thriller psicologico, nello stesso tempo, un giallo che narra la storia di un detective in cerca di una persona scomparsa.
Si ritroverà coinvolto in una storia macabra, ordita di
leggende, luoghi, personaggi, alla ricerca di un giovane studioso scomparso.
S’imbatterà nella leggenda del ragazzo esiliato.
Riuscirà il nostro protagonista ad abbattere la barriera di
alberi, e trovare la persona smarrita?
Un libro suggestivo e coinvolgente, che affronta la violenza
sui minori. Mistero e amore fanno da padroni. Un libro da leggere tutto d’un
fiato.
Disponibile nelle librerie in formato ebook e cartaceo
https://www.amazon.it/ragazzo-esiliato-Elena-Maneo/dp/8827851372/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1541533208&sr=8-1&keywords=il+ragazzo+esiliato
https://www.youcanprint.it/fiction-thriller-psicologico/il-ragazzo-esiliato-9788827851371.html
https://www.youcanprint.it/fiction-thriller/il-ragazzo-esiliato-9788827854877.html
https://www.amazon.it/ragazzo-esiliato-Elena-Maneo/dp/8827851372/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1541533208&sr=8-1&keywords=il+ragazzo+esiliato
https://www.youcanprint.it/fiction-thriller-psicologico/il-ragazzo-esiliato-9788827851371.html
https://www.youcanprint.it/fiction-thriller/il-ragazzo-esiliato-9788827854877.html
Estratto dal libro
Una foglia si staccò da un ramo e veleggiò verso il vento, in un cielo chiaro e ricco di nuvole con forme simili a funghi. Nei giardini desolati, soli e spogli, i fili d’erba, incuranti del passo d’uomo, brindavano alla vita con gocce di rugiada.
Una donna uscì da una casa. Nell’odore del mattino iniziò a stendere la biancheria, raccogliendo ogni tanto una molletta persa e qualche foglia di troppo.
Il fischio di un treno in lontananza, che trasportava gente comune, portava via sogni appena nati. Un uomo passeggiava col cane, una ragazza camminava lungo la stradina che conduceva verso il parco pubblico. E poi una grossa macchina passò setacciando zone incolte e meraviglie della natura.
Il pavimento di parquet tremò.
Un urlo fece tremare le pareti color crema.
«Alzati! Deficiente, muoviti!»
Tutto sembrò traballare come una forte scossa di terremoto.
Il ragazzo vittima dell’offesa aprì gli occhi di scatto e si accorse che era già mattina. Il sole penetrava dalla finestra e rischiarava la cameretta. Sua zia lo stava scuotendo per una gamba. Cercò sul cuscino una risposta esemplare che giustificasse così tanta cattiveria, ma la federa non aveva niente da suggerirgli.
«Alzati, imbecille!» strillò ancora la zia.
Il ragazzo non protestò. Si alzò e si vestì. Udì i passi
frettolosi della zia raggiungere il bagno, poi l’ennesimo grido che lo intimava di fare in fretta, spaventandolo ulteriormente.
Seguì la zia nel garage, dove lo aspettava una lavata di testa con acqua fredda e del disinfettante per le mani.
«Guarda che schifo!» strillò la zia, mentre gli torceva un braccio, per pulire una macchiolina color caffelatte sulla pelle.
«Ahi!» si lamentò il povero ragazzo.
«Stai zitto!»
«Mi fai male!»
«Sei sporco!»
«Zia, non è sporco! È una voglia!»
«Ma zia e zia e zia! Sempre a lamentarti!» gridò la donna mollandogli uno schiaffo.
Il ragazzo arrossì di rabbia.
«Lo sai perché ti ho portato qui?»
Il ragazzo scosse la testa.
«Perché sei lurido e puzzi!» urlò la zia, prendendo da uno scatolone una copertina e un cuscino. «Questa sarà la tua nuova stanza da letto, chiaro? E quando avrai imparato a tenerti pulito, potrai tornare nell’altra stanza. Non ti chiuderò a chiave, ma non farmi pentire della mia scelta. Ora sistema il garage e poi potrai mangiare qualcosa.»
«Sì, zia» rispose il ragazzo, demoralizzato. Osservò la figura alta e robusta della zia uscire dal garage. Scalciava infuriata, mentre i capelli neri e lunghi dondolavano sulle spalle.
Il ragazzo pianse in silenzio mentre il pavimento oscuro del garage gli dava il benvenuto. Pareva una lapide finta, e dipinta da un maestro. Intorno regnava l’umidità e muffa. Decise che sarebbe fuggito.
E infatti, scappò.
Attese il momento più favorevole: il tramonto.
Quando arrivò, non perse tempo. Uscì dal garage facendo attenzione a non fare rumore, e poi prese a correre. Superò un passaggio a livello e si inoltrò in un piccolo bosco, avvertendo l’assenza di persone.
Indugiò, poi girò tra gli alberi scuri. Rivolse lo sguardo verso un sentiero e continuò la sua fuga. Lo accoglieva selva e insetti. E lì, sperduto e solo, fece una promessa a se stesso. Sarebbe diventato un investigatore privato, o un poliziotto, e avrebbe fatto arrestare persone cattive come la zia.
CONTINUA….
Immagine di copertina | © Elena Maneo
© Tutti i diritti riservati all’autore.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’autore.
Una foglia si staccò da un ramo e veleggiò verso il vento, in un cielo chiaro e ricco di nuvole con forme simili a funghi. Nei giardini desolati, soli e spogli, i fili d’erba, incuranti del passo d’uomo, brindavano alla vita con gocce di rugiada.
Una donna uscì da una casa. Nell’odore del mattino iniziò a stendere la biancheria, raccogliendo ogni tanto una molletta persa e qualche foglia di troppo.
Il fischio di un treno in lontananza, che trasportava gente comune, portava via sogni appena nati. Un uomo passeggiava col cane, una ragazza camminava lungo la stradina che conduceva verso il parco pubblico. E poi una grossa macchina passò setacciando zone incolte e meraviglie della natura.
Il pavimento di parquet tremò.
Un urlo fece tremare le pareti color crema.
«Alzati! Deficiente, muoviti!»
Tutto sembrò traballare come una forte scossa di terremoto.
Il ragazzo vittima dell’offesa aprì gli occhi di scatto e si accorse che era già mattina. Il sole penetrava dalla finestra e rischiarava la cameretta. Sua zia lo stava scuotendo per una gamba. Cercò sul cuscino una risposta esemplare che giustificasse così tanta cattiveria, ma la federa non aveva niente da suggerirgli.
«Alzati, imbecille!» strillò ancora la zia.
Il ragazzo non protestò. Si alzò e si vestì. Udì i passi
frettolosi della zia raggiungere il bagno, poi l’ennesimo grido che lo intimava di fare in fretta, spaventandolo ulteriormente.
Seguì la zia nel garage, dove lo aspettava una lavata di testa con acqua fredda e del disinfettante per le mani.
«Guarda che schifo!» strillò la zia, mentre gli torceva un braccio, per pulire una macchiolina color caffelatte sulla pelle.
«Ahi!» si lamentò il povero ragazzo.
«Stai zitto!»
«Mi fai male!»
«Sei sporco!»
«Zia, non è sporco! È una voglia!»
«Ma zia e zia e zia! Sempre a lamentarti!» gridò la donna mollandogli uno schiaffo.
Il ragazzo arrossì di rabbia.
«Lo sai perché ti ho portato qui?»
Il ragazzo scosse la testa.
«Perché sei lurido e puzzi!» urlò la zia, prendendo da uno scatolone una copertina e un cuscino. «Questa sarà la tua nuova stanza da letto, chiaro? E quando avrai imparato a tenerti pulito, potrai tornare nell’altra stanza. Non ti chiuderò a chiave, ma non farmi pentire della mia scelta. Ora sistema il garage e poi potrai mangiare qualcosa.»
«Sì, zia» rispose il ragazzo, demoralizzato. Osservò la figura alta e robusta della zia uscire dal garage. Scalciava infuriata, mentre i capelli neri e lunghi dondolavano sulle spalle.
Il ragazzo pianse in silenzio mentre il pavimento oscuro del garage gli dava il benvenuto. Pareva una lapide finta, e dipinta da un maestro. Intorno regnava l’umidità e muffa. Decise che sarebbe fuggito.
E infatti, scappò.
Attese il momento più favorevole: il tramonto.
Quando arrivò, non perse tempo. Uscì dal garage facendo attenzione a non fare rumore, e poi prese a correre. Superò un passaggio a livello e si inoltrò in un piccolo bosco, avvertendo l’assenza di persone.
Indugiò, poi girò tra gli alberi scuri. Rivolse lo sguardo verso un sentiero e continuò la sua fuga. Lo accoglieva selva e insetti. E lì, sperduto e solo, fece una promessa a se stesso. Sarebbe diventato un investigatore privato, o un poliziotto, e avrebbe fatto arrestare persone cattive come la zia.
CONTINUA….
Immagine di copertina | © Elena Maneo
© Tutti i diritti riservati all’autore.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’autore.